Mal di mare

A galla, in un mare dove oltre i pesci nuotano anche i nostri pensieri riflessi:

spicca ai nostri occhi una boa arancione che vaga nel blu.

Probabilmente caduta da un’imbarcazione,

sì … un errore umano, sarà mica colpa di un marinaio distratto?

Un’imprecazione, allora, gliela concediamo.

Spogliata delle sue cime diviene passatempo delle onde marine;

Nettuno è poco attento … trattamento non richiesto, beffeggia il volere dell’ospite per dispetto, senza chiederle il permesso ci gioca allo “scemo in mezzo”.

Ma lei che fa? Sta a galla!

Aspettando … cosa neanche lei lo sa.

Su e giù … Su e giù …

Una nomade impotente in balia della corrente: fluttua in un tempo assente, che imprigiona anche il soffio del vento;

possiamo definirla una “viaggiatrice improvvisata”, sprovvista di mappe, obbligata dalle circostanze, ha visto più spiagge che facce.

Coccolata da un dondolio avvilente e spesso disturbata da una pagaia distratta.

Veste passività per gli occhi della gente, mentre dentro ha un mondo incontinente che tenta invano di evadere, ma le resta soltanto un tentativo struggente.

Ma lei che fa? Sfrontata resta a galla!

Su e giù … Su e giù …

Prende di petto gli schizzi del mare con cui il cielo gioca a “specchio specchio delle mie brame”.

Fino a quando non viene rigurgitata su una riva tranquilla.

Ma lei che fa?

Resta compatta: in un mare di eventi tra cui nuotano i nostri fardelli.

Su e giù … Su e giù …