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Halima

Aggiornamento: 24 lug

Halima affonda i piedi nella sabbia.

Corre. La sabbia vuole tirarla a sé; ma lei corre.

Il canto del mare la delizia, è inquieto come la tempesta sotto la sua pelle.

Il vento le passa la mano tra i capelli. Le soffia in bocca aria pulita. 

Sente un fuoco dentro che arde, la tiene in vita, ma il fumo la soffoca.

Su questa spiaggia ci è già stata, durante uno dei suoi viaggi onirici,

Conosce bene questo luogo, è come l’ha sempre immaginato: è nel dipinto fatto dalla sua mente…è così nitido, è fatto a pennello, con i colori che le hanno rubato. 

La sabbia è ruvida, tiepida. Halima corre. spalanca le fauci e cerca invano di vomitare l’urlo che ha sempre inghiottito.

Vorrebbe sentirsi leggera, libera, come una piuma che danza nell’aria. 

Corre. Inciampa. Cade. Si ferisce… Si sveglia.


Sono distesa sul pavimento, è freddo.

Gli ho chiesto di fare di piano, ma forse ho esagerato, non mi ha mai punita così: sono stata proprio cattiva allora. 

Ho gli occhi appannati, sento i rumori attorno ovattati: urlano, si agitano…

Rosso sulle mani di papà.

Sul pavimento vedo i raggio di sole  illuminare i granelli di polvere liberi nell’aria: li invidio, vorrei passare la mano attraverso, ma sento il corpo pesante.

Vedo mia madre, i nostri sguardi si incrociano, le piovono dagli occhi lacrime tiepide, una pioggerellina leggera le annaffia il volto.

Nei suoi occhi leggo un temporale al tramonto… le vorrei portare un ombrello.

Sul pavimento i capelli svolazzano  via dal velo come radici che scappano dal terreno.

Ora mi fa paura, e mi dispiace di averlo fatto arrabbiare così tanto, pensare che tutto questo per colpa di un mio sbaglio.

Mamma lo implora di fermarsi … 

Io intanto  chiamo  lui in cielo con le mie preghiere, sottovoce, gli chiedo sempre la stessa cosa, non mi ascolta, forse è troppo impegnato, siamo in tanti …

Gli occhi si chiudono, vedo il mare, lo sento…


Ora si che mi sento come una piuma,

mi adagio piano piano per terra, non è proprio come me l’aspettavo,

credo perché non ho digerito quell’urlo, pazienza…

Ma non ci penso proprio a togliermi il velo, la polizia morale fiuta i mie capelli anche nell’ aldilà.

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